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Sant'Antioco Cosa Vedere

Basilica di Sant'Antioco Martire Sant'Antioco

Basilica di Sant’Antioco

Basilica di Sant’Antioco Martire e Catacombe La chiesa principale dell’Isola di Sant’Antioco è quella dedicata al patrono dell’isola, dove è possibile fare una visita guidata all’interno delle catacombe che si estendono sotto l’edificio. La basilica di Sant’Antioco Martire è una chiesa bizantina, rimaneggiata in epoca romanica. La prima menzione del “Monasterium Sancti Antiochi”

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Forte Su Pisu Sant'Antioco

Forte Su Pisu

Il Forte de su Pisu è un fortino sabaudo si trova nella parte più alta del centro di Sant’Antioco. Eretto nel 1812, fu teatro di uno scontro sanguinario in cui la guarnigione guidata da Efisio Melis Lagna venne annientata dai corsari. All’interno, sono esposti due cannoni e diversi manichini in costume tradizionale barbaresco e miliziano.

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Sito archeologico Gutt'e Acqua Sant'Antioco

Grutt’e Acqua

Il Sito archeologico Grutt’e acqua è situato nella parte sud-occidentale dell’Isola di S. Antioco, è immerso in una rigogliosa vegetazione di mirto bianco dal profumo intenso.
Il sito  presenta vari monumenti del periodo nuragico: il nuraghe polilobato arroccato su un’altura, che cattura uno splendido panorama fino al mare.
Una  cisterna-rifugio costituita da un riparo roccioso, nel quale si nota una muratura integrata per trattenere la riserva idrica.

Il tempio a pozzo, circondato dalla macchia, del quale si conservano i gradoni della scalinata d’ingresso e la camera del pozzo.
Nel cuore della macchia mediterranea, si conserva il laghetto di Grutt’e acqua, una polla  usata dagli antichi abitanti dell’area.
Presenta un vasto repertorio delle principali civiltà che si sono alternate a Sant’Antioco: dalle origini neolitiche (III millennio a.C.) all’età bizantina, attraverso l’età fenicia, punica e romana.

Il maggior numero di reperti provengono dal tophet (il santuario) e dalle necropoli dell’antica città: si possono ammirare vasellame di uso domestico o funerario, gioielli in oro ed argento, amuleti, unguentari.

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Museo Etnografico Sant'Antioco

Museo Etnografico

Il Museo etnografico su Magasinu de su Binu si trova nel centro abitato di Sant’Antioco e conserva diverse testimonianze degli usi e costumi dei tempi passati.
All’interno dell’esposizione è possibile vedere le tecniche manuali utilizzate nell’isola soprattutto in relazione alla lavorazione della palma nana, del bisso e alle modalità di colorazione naturale dei tessuti.
Si possono conoscere, inoltre, gli strumenti adoperati per la preparazione del pane votivo offerto al Patrono Sant’Antioco, per la lavorazione del formaggio e la coltivazione della vite e diversi strumenti agricoli, del falegname, del mastro bottaio e del maniscalco.
Ospita anche diversi tipi di carretti sardi per buoi, asino e cavallo.

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Museo Archeologico Ferruccio Barreca Sant'Antioco

Museo Ferruccio Barreca

Il Museo Archeologico Ferruccio Barreca rappresenta il luogo dove trovare la più grande esposizione di reperti archeologici, che sono stati ritrovati nella storia all’interno dell’Isola di Sant’Antioco.

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Tombe Giganti Sant'Antioco

Tombe dei Giganti

Poco distante dal Sito archeologico di Grutt’e Acqua, proseguendo lungo la scogliera a picco sul mare, caratterizzata da forme rocciose tipiche del vulcanismo, si giunge alla Tomba dei giganti di Su niu ‘e su crobu.

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Villaggio Ipogeo Sant'Antioco

Villaggio Ipogeo

Il Villaggio ipogeo è una sezione della necropoli punica costituita da numerose tombe ipogee riutilizzate come abitazioni dalle classi più povere del paese per un lungo periodo nella storia di Sant’Antioco.
Le grotte furono utilizzate come abitazioni sino al 2008 quando il comune decise di ristrutturarle e adibirle ad esposizione.
Alcune sepolture sono state allestite con riproduzioni di corredi funerari punici, vasellame e manufatti ottenuti dall’intreccio di foglie di palma nana.

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La Storia

L’isola di Sant’Antioco ha una delle storie più antiche di tutto il mediterraneo.

In tutto il territorio sono presenti numerose testimonianze della presenza dell’uomo sin dall’età prenuragica e nuragica:

  • Tombe dei Giganti
  • Domus de Janas
  • Più di 30 nuraghi di cui il più famoso è quello di Corongiu Murvoni.

All’interno di questi siti sono stati ritrovati migliaia di reperti archeologici di vario genere, di cui il più famoso è sicuramente l’arciere nuragico di Sant’Antioco.

Il centro di Sant’Antioco venne fondato dai Fenici nella prima metà del VIII secolo a.C. e prese il nome della città di Sulki.
La data in cui venne fondata la città non è certa, ma grazie al materiale ritrovato nel tophet e nel cronicario si ha la certezza che il centro fosse nel pieno dell’attività già a partire da metà dell’VIII secolo a.C., facendo così dell’antica Sulki una, se non la più,  antica città d’Italia.

Verso la fine del VI secolo a.C. i Cartaginesi conquistarono la Sardegna, controllandola sino alle guerre puniche, quando venne sconfitta dai Romani che presero il possesso dell’isola, e conseguentemente di Sant’Antioco.

Il centro fu testimone di un importante evento bellico tra le acque dell’Isola della Vacca e del Toro, la battaglia di Sulci nel 258 a.C., che vide trionfare la flotta romana contro quella sardo-punica.

Nel periodo di dominazione romana, Sulci ricopriva un ruolo strategico fondamentale nella Sardegna, ed era il principale centro insieme a Caralis (Cagliari) e contava circa 10.000 abitanti.

Già da quei tempi infatti vennero sfruttati tutti i bacini minerari dell’Iglesiente, come testimonia la presenza del Tempio di Antas, costruito dai romani sopra quello cartaginese.

Il vecchio centro romano sorgeva nella parte più alta dell’attuale paese, dove si trovano numerosi siti, tra i quali il mausoleo noto come “Sa Presonedda”. Allo stesso periodo risalgono il Ponte Romano, che si trova nei pressi dell’istmo e la Fontana romana, che si trova nell’attuale piazza Italia, ma della quale non rimangono parti dell’impianto antico.

La tradizione colloca nel II sec. d.C. la vicenda del santo eponimo dell’isola, quel medico forse mauritano di nome Antioco che patì il proprio martirio a Sulci sotto gli Antonini, presumibilmente durante il regno dell’imperatore Adriano.

Alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, il dominio sull’Isola di Sant’Antioco passò prima ai Vandali e successivamente ai Bizantini. Durante il loro dominio, i bizantini costruirono un castello che secondo molte testimonianze, era ancora visibile sino al XIX secolo.
Nell’alto medioevo, a partire dall’VIII secolo, i pirati saraceni iniziarono le loro scorrerie nel territorio sardo e questo portò Bisanzio ad abbandonare l’isola.

Nell’epoca successiva Sulci entrò a far parte del Giudicato di Cagliari, ma a causa delle continue razzie da parte da parte dei pirati, il centro era pressoché disabitato. Questo portò la chiesa a spostare la diocesi di Sulci a Tratalias.

L’isola dell’Arcipelago del Sulcis, nel 1124 venne simbolicamente donata a Sant’Antioco, da cui poi prese il nome.

Anche sotto la dominazione aragonese e spagnola l’isola rimase disabitata, ma eccezionalmente, due settimane dopo il giorno di Pasqua, migliaia di persona si recavano sull’isola per celebrare la festa in onore di Sant’Antioco “Sa Festa Manna” e questa tradizione si è tramandata sino ai giorni nostri.

Nel 1615 l’arcivescovo di Cagliari fece ritrovare le reliquie del santo, collocate sotto la Basilica di Sant’Antioco presso le catacombe.

Nel 1793, durante la spedizione dei francesi in Sardegna, Sant’Antioco venne occupata per un breve periodo.

In epoca sabauda, nel XVIII secolo, iniziò il ripopolamento dell’isola, da famiglie provenienti da Iglesias, che diede origine all’attuale abitato di Sant’Antioco costruito sopra le rovine dell’antica Sulci.
Nei secoli avvenire continuò l’incremento demografico, sino ad arrivare agli attuali 11.000 abitanti.