Il Pan di Zucchero si erge nella magnifica insenatura di Masua, piccolo centro minerario della costa di Iglesias. E’ uno splendido scoglio di calcare cambrico originatosi dall’erosione marina che ne ha determinato l’isolamento dalla terraferma (Punta Is Cicalas).
La sua forma massiccia e arrotondata (133 m altezza; 3,72 ha superficie) richiama per certi versi il famoso Pao de Azucar della baia di Rio de Janeiro, da cui il nome di Pan di Zucchero, che già alla fine del ‘700 sostituiva quello sardo locale (Concali su Terràinu).
L’acqua piovana, con l’azione solvente sulle rocce carbonatiche, vi ha prodotto importanti fenomeni carsici, come le due grotte a forma di galleria che si aprono al livello del mare. Sono strutturalmente collegati allo scoglio i faraglioni detti del Morto e di S’Agusteri.
Il Museo dell’arte mineraria ad Iglesias raccoglie le importanti testimonianze dell’epoca mineraria nel territorio del Sulcis Iglesiente.
Allestito presso il glorioso Istituto Minerario “G.Asproni” di Iglesias, il museo espone 200 anni di attività mineraria attraverso le macchine in uso nelle miniere, a partire dal XIX secolo a oggi.
Di notevole interesse la sezione delle gallerie realizzate a partire dal 1934 dove gli studenti si esercitavano nelle attività di perforazione e brillamento mine, sgombero e trasporto dei materiali, armamento, posa binari e tubazioni.
Le Mura Pisane ad Iglesias circondano ancora parzialmente la città a testimonianza delle dominazioni pisana ed aragonese, che contribuirono allo sviluppo della cittadina a partire dal XIII secolo.
La Miniera di Monteponi e la galleria Villamarina Iglesias sono tra le più importanti testimonianze dell’attività estrattiva svolta nell’Iglesiente.
L’importante complesso minerario è composto dalla Galleria Villamarina, il Palazzo Bellavista, sede della Società di Monteponi e dell’AUSI sede staccata dell’Università di Cagliari, la sala compressori.
La galleria Villamarina è dotata di due imbocchi ed incontra i pozzi più importanti nella miniera: il Pozzo Vittorio Emanuele, scavato nel 1863, adibito alla discesa e alla risalita dei minatori e del minerale ed il Pozzo Sella, del 1874, che ospitava delle grandi pompe per l’eduzione delle acque sotterrane
La Chiesa di Santa Maria di Valverde si trova nella parte sud dell’abitato di Iglesias.
Secondo gli studiosi l’edificazione del monumento sacro risale alla fine del XIII secolo. All’interno, la chiesa duecentesca fu interessata da un’importante ristrutturazione nel 1592 e da una definitiva trasformazione alla fine del secolo successivo.
Rimangono della struttura originaria la facciata in pietra vulcanica ed alcuni tratti dei muri laterali. La facciata, delimitata da uno zoccolo e da paraste d’angolo, è suddivisa in tre ordini da cornici orizzontali:
Il primo ordine è liscio e ospita il portale con l’arco di scarico ribattuto da un sopracciglio modanato e impostato su peducci decorati. Sopra l’architrave, al centro, un concio ospita un decoro a bassorilievo con una croce in un archetto semicircolare.
Il secondo ordine è ugualmente liscio in asse col portale e ospita una bifora gotica inclusa in un arco con due oculi.
Il terzo ordine ospita il frontone decorato ad archetti trilobati, poggianti su lesene. La facciata si conclude con una croce in pietra.
L’edificio ha pianta mononavata con un ampio presbiterio quadrato e cappelle sulla destra ed è coperto da tetto ligneo.
Lo spazio interno è diviso in campate da quattro archi diaframma a sesto acuto. In questa chiesa un tempo era custodita la predella del Retablo di Nostra Signora di Valverde, opera di Antioco Mainas datata tra il 1537 e il 1571, che adesso si trova alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari.
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