Come To Sulcis

Tratalias

Al centro della pianura del Sulcis troviamo l’abitato di TrataliasNonostante sia un piccolo centro, ha quasi 1100 abitanti, il suo territorio è ricco di storia. Troviamo infatti la Chiesa della Madonna di Monserrato, posizionata al centro dell’affascinante antico Borgo Medievale.

Numerosi sono anche i ritrovamenti di epoca più antica, quali il Nuraghe Cuccu e il complesso nuragico attorno al Nuraghe Is Meurras.

Chiesa di Santa Maria di Monserrato

Tratalias Sardegna

La Chiesa di Santa Maria di Monserrato, ubicata nel vecchio Borgo Medievale di Tratalias, rappresenta uno degli edifici più intatti e più importanti del patrimonio romanico sardo.

Fu eretta nel XIII secolo come cattedrale della diocesi sulcitana.

Due iscrizioni (1213 e 1282) segnano l’inizio e la fine dei lavori di costruzione: la prima è all’interno dell’abside e la seconda è riferibile al pulpito scomparso, datato e firmato da Guantino Cavallino di Stampace.

La facciata della Chiesa di Santa Maria di Monserrato, si articola in due ordini.

Il primo è diviso in tre specchi: i laterali sono lisci, se si eccettua la presenza di due rombi scolpiti in negativo, mentre quello centrale è occupato dal portale, con stipiti che reggono un architrave e un arco di scarico a tutto sesto concluso da un sopracciglio scolpito con motivi vegetali.

Lo schema si ripete nei portali laterali: quello a nord si segnala per l’arco di scarico a sesto acuto e soprattutto per l’architrave in cui campeggiano due leoni affrontati in rilievo.

Nel secondo ordine di facciata si apre il rosone lobato. Conclude il prospetto un frontone con scala.

In entrambi gli ordini si dispongono archetti su peducci con soggetti vegetali. La chiesa ha pianta a tre navate divise da arcate a tutto sesto impostate su pilastri quadrangolari sagomati agli spigoli. L’abside è a nord/ovest. La copertura è lignea. Nella navatella  è appeso un trittico pittorico cinquecentesco.

Borgo Medievale

Il Borgo Medievale di Tratalias per secoli è stato il centro strategico del Sulcis dal momento in cui venne trasferita la sede vescovile da Solki, l’attuale Sant’Antioco.

Non ci sono documenti che attestino le origini del paese e si pensa nasca come piccolo agglomerato di case abitate da pastori e agricoltori.

La parte più antica della borgata di Tratalias si ritiene sia quella costruita intorno alla Chiesa di Santa Maria di Monserrato e che abbia mantenuto la stessa struttura sin dal medioevo.

Le abitazioni del vecchio paese furono edificate con l’architettura vernacolare, tipica del Sud Sardegna. La maggior parte delle case erano unifamiliari, con l’ingresso adiacente alla strada e la corte nella parte posteriore dell’abitazione. Le case delle famiglie più abbienti si trovavano nei pressi della chiesa, mentre nelle zone periferiche appartenevano alle persone più modeste.

Visitando il Borgo medievale di Tratalias si nota che la maggior parte delle abitazioni hanno mantenuto la struttura originaria, sia per i materiali utilizzati per la costruzione, sia per tipologia abitativa. Le case infatti erano costruite in blocchi di pietra  o in ladiri, materiale costituito da mattoni crudi di paglia e fango fatti asciugare al sole. I solai erano sorretti da travature portanti in legno a capriata, sulle quali veniva poggiato l’incannicciato, molto utile per isolare la casa, su cui era poggiati i coppi sardi.

Si trovano ancora gli arredamenti originali, con armadi a muro, mensole in legno e caminetti ad angolo tipici della Sardegna, sui quali si trovavano mensole che utilizzati come credenza.

Storicamente è noto che il Sulcis venne abbandonato nel periodo delle incursioni barbariche dei saraceni. I ritrovamenti di portali barocchi, ancora in buone condizioni, ipotizzano però la possibilità che il borgo venisse isolato con gli accessi controllati e quindi che non fosse del tutto inabitato.

Borgo Medievale

Una delle peculiarità del Borgo medievale di Tratalias sono le abitazioni che si trovano nella parte posteriore della Chiesa di Santa Maria di Monserrato. Si tratta di piccole dimore basse a schiera denominate “Cumbessìas  o muristènes”. Si ipotizza venissero utilizzate nel periodo della sagra di Santa Maria, per ospitare i pellegrini.

Dal 1954 iniziarono però dei grossi problemi a causa della costruzione del Lago di Monte Pranu che nacque con lo scopo di rilanciare l’attività agro-pastorale nel basso Sulcis. L’acqua iniziò ad infiltrarsi nelle fondazioni e causò cedimenti strutturali e problemi igienico sanitari sia nel borgo di Tratalias che nei paesi limitrofi. Si decise quindi di costruire il nuovo paese di Tratalias, a poche centinaia di metri di distanza, sulla collina adiacente, ritenuta più sicura.

Dopo la costruzione del nuovo paese, si procedette alla ristrutturazione e valorizzazione turistica del vecchio borgo e della Chiesa romanica di Santa Maria di Monserrato, che oggi si può ammirare vivendo per qualche istante la cultura di medievale sarda.

Lago di Monte Pranu

Tratalias Sardegna

Il Lago di Monte Pranu è un bacino artificiale compreso tra i comuni di Giba, Villaperuccio e Tratalias.

La diga venne progettata dagli Ing. Emilio Battista nel 1934 e Antonio Salis nel 1947 e successivamente costruita tra il 1947 e 1951.

La struttura è di tipo muraria a gravità e venne collaudata il 5 giugno 1953.

Il Lago di  Monte Pranu venne realizzato per rilanciare l’attività agricolo-pastorale della zona del Basso Sulcis, oltre che per scopi idropotabili e industriali.

 

I fiumi che affluiscono all’invaso sono Rio Palmas, Rio Mannu e Rio Gutturu de Ponti.

Il bacino generato dalla diga ha una superficie di circa 6,980 km², calcolato alla quota massima prevista che è di 45,5 metri sul livello del mare. La capienza massima è di 54 milioni di metri cubi d’acqua.

L’impianto è di proprietà della Regione Sardegna ed è gestito dall’Ente acque della Sardegna.

La realizzazione della diga causò enormi problemi alla popolazione del vecchio Borgo Medievale di Tratalias e anche a vari paesi limitrofi, quali ad esempio quello di Palmas Vecchio.

Iniziarono ad essere gravemente danneggiate le fondamenta delle abitazioni dalle infiltrazioni dell’acqua e quindi Tratalias venne trasferita nella collina adiacente al borgo per ragioni di sicurezza.

Durante gli anni è stato portato un grosso rimboschimento dei pressi del Lago di Monte Pranu e oggi la sua pineta è un luogo ideale dove poter fare pranzi all’aria aperta e trascorre giornate in relax immersi nella natura.

Ospita inoltre  varie specie di pesci come le carpe, i persici, i lucci e i pesci gatto. Mentre le Tamerici, che prosperano lungo le sue sponde, offrono riparo a numerosi uccelli acquatici come l’airone rosso, la garzetta, il germano reale e la gallinella d’acqua.

Nuraghe Cuccu

Il Nuraghe Cuccu è situato in prossimità del medau di Is Cuccus nelle campagne del territorio di  Tratalias.

Si tratta di un nuraghe monotorre con un’altezza superiore ai 4 metri costruito con blocchi megalitici di andesite.

Al suo interno la camera di forma circolare era originariamente voltata a tholos, con tre nicchie ogivali disposte a croce e un ingresso sopraelevato sulla sinistra che permetteva il passaggio nel vano scala. Per arrivare alla camera centrale è necessario attraversare un corridoio a volta ogivale lungo 5 metri e alto 4 metri.

La struttura ancora oggi si conserva in ottime condizioni rispetto a molte altre della zona.

Si ipotizza che il Nuraghe Cuccu  venisse utilizzato dai popoli nuragici come avanguardia di difesa per gli insediamenti situati nelle zone più interne.

Tratalias Sardegna

Nuraghe Is Meurras

Il Nuraghe Is Meurras si trova su una collina nelle vicinanze del Lago di Monte Pranu e del Rio Palmas al confine tra il comune di Giba e quello di Tratalias, ma appartenente al territorio di quest’ultimo.

Recentemente è stato ripulito e valorizzato per le visite turistiche.

Il Nuraghe Is Meurras ha una struttura atipica, formato da blocchi megalitici disposti in orditi regolari.

Nella parte nord est dell’edificio troviamo un grosso villaggio chiuso da mura. All’interno del villaggio sono stati ritrovati numerosi frammenti di terracotta nuragici e romani risalenti al XIII-XI secolo a.C., oltre a strumenti quali macine e macinelli.

Nei pressi dell’antico abitato si trovano almeno tre tombe dei giganti del tipo “a filare” che nonostante si trovino in un’area protetta da vincolo storico-paesaggistico dal 1991, sono state purtroppo danneggiate ripetutamente.

La Storia

Il territorio di Tratalias è abitato dall’uomo sin dal neolitico, nel medau di Tracasi, a circa due chilometri dal centro abitato, sorgeva un villaggio di pastori e agricoltori della cultura di Ozieri.

L’epoca nuragica è quella che lascia più importanti tracce, infatti sono numerosi i nuraghi e le tombe dei giganti presenti.

Come tutto il Sulcis nelle epoche successive passò sotto le dominazioni dei fenici, punici e romani.

In periodo Bizantino tutto il territorio della Sardegna era luogo di frequenti incursioni dei pirati saraceni. Le popolazioni costiere furono costrette a rifugiarsi nell’entroterra tra cui il territorio di Tratalias.

In questo periodo infatti la sede della diocesi di Sulci venne trasferita dall’Isola di Sant’Antioco al borgo di Tratalias, che in questo periodo faceva parte del Giudicato di Cagliari.

Nel 1213 iniziarono, per questo motivo, i lavori di costruzione della Cattedrale di Santa Maria di Monserrato.

In epoca medievale era un centro importante per tutto il Sulcis, protetto dal castello di Tului fatto erigere dai giudici di Cagliari e per tutto il XII secolo fu dimora dei vescovi del Sulcis.

Nel 1258 Tratalias passò sotto il dominio dei Della Gherardesca, sino all’arrivo degli aragonesi.

Agli inizi del 1500 villa di Tratalias era quasi del tutto disabitata, quindi la chiesa decise di spostare la diocesi di Sulci a Iglesias.

Sotto la dominazione aragonese il paese formò una baronia insieme a Santadi, venne data in feudo prima al vescovo di Sulci e poi a quello di Iglesias sino al 1839, anno di abolizione del sistema feudale.

Dal XIII secolo tutta la zona del Sulcis si ripopolò compreso il territorio di Tratalias, che divenne comune nel 1853.

Nel 1954 venne realizzato artificialmente il Lago di Monte Pranu, che aveva come obiettivo il rilancio dell’economia agro-pastorale del Basso Sulcis.

Quello che non ebbero previsto furono le lesioni agli edifici circondanti la diga e i problemi igienico sanitari che provocarono le infiltrazioni dell’acqua.

A causa di tutto ciò si decise di costruire un nuovo villaggio nella collina adiacente al borgo, dove si trasferì l’intera popolazione del paese.