Come To Sulcis

Nuxis è un paese dell’entroterra del Sulcis che conta circa 1500 abitanti. 

Il comune si trova sulla S.S. 293 che collega Giba a Siliqua attraverso il percorso montuoso che costeggia il bacino idrico Bau Pressiu.

Chiesa Campestre di Sant'Elia

Nuxis Sardegna

La Chiesa campestre di Sant’Elia si trova nelle campagne del paese di Nuxis, in località Tattinu.

Allo stato attuale nulla si conosce sulle origini della chiesa.

Unico documento, inedito, è del 1560 e propone l’immagine di un eremo nel bosco, affidato verosimilmente alla custodia di un eremitano.

L’edificio è chiaramente riconducibile all’architettura cruciforme della Sardegna Bizantina, ma per apprezzare la Chiesa campestre di Sant’Elia nelle sue forme originarie bisogna ricorrere a vecchie fotografie, poiché il restauro moderno ha stravolto i dettagli dell’edificio.

La pianta è cruciforme con bracci uguali sormontati nel punto di incrocio da un tiburio quadrangolare e sovrastato da ciò che appare come la parte più alta di una cupola molto allungata, completamente intonacata.

Nella facciata, sormontata da campanile a vela, si apre il portale principale, del tipo ad architrave monolitico, gravante sulle murature perimetrali.

I quattro bracci sono voltati a botte ed esternamente coperti da tetti a spioventi con tegole.

Pozzo Sacro di Tattinu

Lungo la valle del rio Tattinu, a circa 3 km dal centro del paese di Nuxis, attorno all’XI secolo a.C., i nuragici costruirono un tempio a pozzo noto come il Pozzo Sacro di Tattinu.

I pozzi sacri sono i luoghi di culto dedicati alle divinità dell’acqua, sono la massima espressione archietettonica dell’uomo nuragico.

L’area sacra del Pozzo Sacro di Tattinu è stata scoperta negli anni ‘70 e gli scavi archeologici sono stati fatti a partire dagli anni ‘80.

L’edificio è costituito da tre elementi:

  • un vano a tholos dell’altezza di circa 5 metri impiegato per la raccolta dell’acqua,
  • una scalinata di 28 gradini irregolari,
  • e un vestibolo dei quali non rimangono quasi più tracce.

La camera a tholos si trovava nei pressi di un rigagnolo d’acqua e si trova nel sottosuolo.

L’area del vestibolo era la parte più importante della struttura. Qui si svolgevano tutti i rituali per la purificazione, lungo le scale, prima di entrare nella camera sacra dove si trovava l’acqua.

Il Pozzo Sacro di Tattinu è connesso ad un villaggio di diversa tipologia planimetrica.

 

Nuxis Sardegna

Una capanna, di grosse dimensioni rispetto alle altre, accoglieva i capi delle tribù che si radunavano per discutere dei problemi legati all’agricoltura e alla pastorizia, attività su cui si basava l’economia del periodo.

I reperti ceramici rinvenuti nell’area sono risalenti all’epoca del Bronzo finale.

Il complesso mostra profonde affinità con quelli più conosciuti di Santa Vittoria di Serri e Santa Cristina di Paulilatino.

Miniera Sa Marchesa

Nuxis Sardegna

La Miniera di Sa Marchesa si trova nei monti di Nuxis appena superata la frazione di Acquacadda.

L’area mineraria di Sa Marchesa  ricade in quella della Miniera di Rosas.

Il giacimento di blenda e galena  fu scoperto nel 1882 ed entrò a far parte della concessione Rosas nel 1904.

Questo complesso minerario riveste una grossa importanza dal punto di vista scientifico per la presenza di giacimenti a solfuri misti, ma rappresenta una delle poche realtà per l’estrazione del rame in Sardegna.

Sono presenti vari edifici ristrutturati: torrino per l’acqua e un forno per la calcinazione delle calamine.

La Storia

Il territorio di Nuxis è abitato dal neolitico, come viene testimoniato la necropoli di S’Acqua cadda.

Resti di vari nuraghi e del Pozzo Sacro di Tattinu appartengono all’età del bronzo.

Durante il periodo del medioevo apparteneva al Giudicato di Cagliari e il paese veniva chiamato Nughes o Nugis.

Dopo il 1258 passò ai della Gherardesca e successivamente sotto la dominazione pisana e degli Aragonesi che lo affidarono a vari feudatari.

Alla fine del ‘300 il villaggio di Nuxis venne piano piano spopolato.

Nel XVIII secolo si assiste ad un ripopolamento di tutto il territorio e del paese.

Amministrativamente faceva parte del comune di Santadi, diventando autonomo nel 1957.