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Iglesias Cosa Vedere

La Storia

La presenza degli uomini in epoca prenuragica e nuragica  nel territorio di Iglesias è testimoniato da numerosi ritrovamenti di domus de janas e alcuni nuraghi diroccati.

Sono state ritrovate tracce anche fenicio-puniche e di età romana, a causa della presenza delle miniere d’argento presenti sul territorio.

Le fonti storiche parlano di Metalla, la città perduta dell’antico impero romano, dove venivano inviati schiavi e cristiani per lavorare sino alla morte e si pensa che la sua ubicazione fosse tra Iglesias e Fluminimaggiore, ma ancora oggi non è stata ritrovata.

Per molti secoli la zona di Iglesias, come nei paesi limitrofi rimase disabitata e vennero trovate nuove tracce che risalgono al IX secolo d.C., con la Chiesa di San Salvatore, risalente al periodo bizantino e che dimostra l’esistenza di un centro abitato.

Quando i bizantini abbandonarono l’isola, il territorio passò sotto il Giudicato di Cagliari.

Nel 1258 passò sotto il dominio dei Della Gherardesca, che per incentivare lo -sfruttamento delle miniere argentifere, fondarono una nuova città: Villa di Chiesa.

I Della Gherardesca ugoliniani costruirono il Castello di Salvaterra, le mura pisane, palazzi, un ospedale e un acquedotto.

Finanziarono inoltre la costruzione di diverse chiese, risalgono a questo periodo infatti la Cattedrale di Santa Chiara e quella della Madonna di Valverde.

Già dai tempi della dominazione pisana, Villa di Chiesa divenne una delle città più importanti della Sardegna, grazie all’estrazione del piombo e dell’argento (circa il 10% della produzione d’argento europeo).

Il documento più importante risalente a questo periodo è sicuramente il Breve di Villa di Chiesa, il codice di leggi più antico della città, del quale esiste ancora oggi una copia del 1327 custodita presso l’Archivio Storico Comunale.

Il 7 febbraio 1324 Villa di Chiesa fu la prima città sarda ad essere conquistata dagli aragonesi e la prima città del Regno di Sardegna ad essere riconosciuta città regia.

In questo periodo la popolazione del era di circa 6000-7000 abitanti, ma venne decimata dalla peste nera.

In questi secoli la città passò più volta dalle mani degli aragonesi e i pisani del Giudicato d’Arborea, sino a quando nel 1409 passò definitivamente in mano agli spagnoli.

Nel 1503 il papa trasferì ufficialmente la sede episcolape della dioecesi di Sulci da Tratalias, ormai spopolata, ad Iglesias.

Il dominio aragonese durò circa quattro secoli ed in questo periodo fu una delle città più popolose e importanti di tutto il Regno di Sardegna. Durante questo periodo di diffuse l’uso del catalano e del castigliano da cui deriva il nome Iglesias. A questo periodo oltretutto risalgono quasi tutte le ristrutturazioni degli edifici religiosi e delle fortificazioni difensive.

Nel 1720 la cittadina passò sotto il dominio dei Savoia e fu in questo periodo la meta di villeggiatura estiva dei reali.

Nel 1700 venne abbandonata l’attività estrattiva e gradualmente la popolazione di Iglesias si spostò nel basso Sulcis e nell’Isola di Sant’Antioco, rimasta per lunghi periodi disabitata e dedicandosi principalmente ad agricoltura e pastorizia.

Tra la seconda metà dell’800 e i primi del ‘900 ci fu la riapertura delle miniere e questo portò in città un rinnovo economico, sociale e culturale. In questo periodo la popolazione passò da 5000 a 20000 abitanti. Alla fine della seconda guerra mondiale  il comparto minerario entrò in crisi e questo coinvolse pesantemente tutta la zona non risparmiando Iglesias.